giovedì 6 dicembre 2007

Parcheggi, AiPark: ne servono 350mila per colmare gap con Europa

Annoso il problema dei parcheggi, soprattutto in Italia che soffre di un pesante ritardo infrastrutturale rispetto agli altri paesi europei. Se nel resto del vecchio continente le zone per la sosta dei veicoli riescono ad assorbire il 30-40 per cento della mobilità urbana nel nostro Paese si scende al 20 per cento. Di qui la necessità di realizzare 350mila posti auto nei prossimi dieci anni per colmare un gap che incide tanto sulla qualità della vita dei cittadini quanto sulla competitività degli esercizi commerciali e più in generale delle attività produttive. Il quadro emerge dalla terza “Indagine nazionale sosta e parcheggi” realizzata da AiPark (l’Associazione italiana tra gli operatori della sosta e del parcheggio) e presentata a Roma presso Confcommercio. “L’Italia – spiega il presidente di AiPark, Piero Craveri – ha affrontato il problema dei parcheggi con una legge solo nel 1989 mentre le prime strutture sono state realizzate dopo la metà degli anni Novanta. I finanziamenti destinati alle città, tuttavia, sono stati utilizzati solo al 75 per cento eppure, tenendo conto dell’indice di motorizzazione, l’Italia è al secondo posto in Europa solo dietro la Germania”. Il concetto di fondo dello studio di AiPark è che è necessario considerare la sosta delle auto parte integrante della mobilità urbana e utilizzare la logica della tariffazione come una leva per regolare il traffico cittadino. Insomma, i parcheggi a pagamento dovrebbero costare meno in periferia e aumentare di prezzo man mano che ci si avvicina al centro dove il traffico è più congestionato. Ancora, i costi dovrebbero essere piccoli per le soste brevi e crescere quanto più si allunga il tempo di occupazione di un parcheggio in maniera tale da favorire una rotazione costante dei veicoli. In questo modo – sottolinea Craveri – il pagamento del parcheggio non sarebbe percepito dai cittadini solo come un metodo per ‘far cassa’ da parte delle amministrazioni comunali”.
Sulla necessità di utilizzare lo strumento dei parcheggi per regolamentare la mobilità insiste anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: ”Leggendo l’indagine di AiPark – dichiara - c’è un dato su tutti che mi ha colpito: in 84 città italiane capoluogo di provincia esistono 65mila posti auto in struttura. Ebbene, nella sola città di Barcellona ce ne sono 120mila. Altrove si è capito che i parcheggi sono tutto meno che una ‘infrastruttura minore’”. Di qui la necessità di “copiare” modelli organizzativi di città più efficienti oltre che avviare un coordinamento fra gli enti comunali preposti alla gestione del traffico e chi si occupa delle attività produttive. “Sembra quasi – incalza il presidente di Confcommercio - che non si sappia che l’accessibilità al punto vendita è uno degli elementi che maggiormente incide sulla redditività d’impresa e sul prezzo finale dei prodotti. E ciò significa sia garantire ai clienti la possibilità del parcheggio, sia all’impresa il controllo dei costi del trasporto e dell’immagazzinamento delle merci. L’accessibilità, insomma, - conclude Sangalli - è un diritto e una garanzia per la concorrenza: quindi la mobilità, sia urbana che extraurbana, è diventata una priorità imprescindibile per recuperare quella competitività di cui il paese ha oggi bisogno più che mai”.

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